I Rolling Stones, uno dei più grandi ed importanti gruppi musicali britannici in assoluto, si esibirà il 22 giugno sul palco del Circo Massimo di Roma, unica tappa europea della rock band. Ad aprire il concerto ci sarà il famigerato chitarrista americano John Mayer, che con la sua musica scalderà gli animi degli oltre 65mila fan pronti a partecipare all’evento, presentando il nuovo disco Paradise Valley che contiene il duetto con Katy Perry: Who You Love. Mike Jagger stesso ha postato su Twitter un testo, esprimendo il suo entusiasmo nei confronti della tanto attesa data italiana a sette anni di distanza dall’ultima esperienza nel bel paese.
Mike Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts insieme sono delle pietre miliari della musica rock.
In diretta contrapposizione ai Beatles durante gli anni d’esordio, proponevano un modello alternativo di musica rock, miscelata al blues. Famosi per la trasgressione al sistema, attraverso i loro testi sempre carichi di richiami alle proteste politiche del tempo e con chiari riferimenti al sesso ed alle droghe pesanti, i Rolling Stones possono essere considerati a pieno titolo una delle band che maggiormente hanno fatto la storia della musica del XX secolo. La band si formò a Londra in piena bit generation, esattamente agli inizi degli anni Sessanta.
Il loro vero e proprio debutto avvenne il 12 luglio del 1962, in uno dei templi del rock: il Marquee di Londra, ed il nome trasse le sue origini da una celebre canzone di Muddy Waters.
Non a caso la loro musica affonda le radici sulle sonorità del blues, con influenze da Robert Johnson, John Lee Hooker, Bo Diddley, e Presley. Il loro modo di presentarsi e di rendere questo genere di musica scuoteva e scandalizzava l’anima perbenista del tempo: gitani e stradaioli, tanto nel look quanto nelle melodie e stile di vita.
Il linguaggio che utilizzano nei loro testi è particolarmente diretto, arriva dritto al cuore e colpisce, presentando all’interno di una società che mal tollerava gli eccessi, proprio le storie da loro vissute in prima persona, ambientate in squallidi motel di periferia o in qualunque posto in cui si inneggiasse al divertimento sfrenato e senza regole. La musica che producevano non è mai stata particolarmente elaborata a livello tecnico, composta per lo più da riff ripetuti all’infinito e pochi ma ingegnosi accordi.
L’ecletticità comunque dei singoli componenti del gruppo ha sempre costituito il loro segno di caratterizzazione, grazie al genio di Jones, alla spiazzante chitarra di Richards, alla batteria libera e fluida di Watts ed ovviamente al cantato di Jagger.
Nonostante l’età avanzata e la facile reperibilità della loro musica, la possibilità di andare ad ascoltare dal vivo e di assaporare direttamente le vibrazioni selvagge delle loro melodie non va assolutamente persa.
Miriam Verdecchi